martedì 18 novembre 2008

CASA MILA'.. 5 giorni a Barcellona!

La Casa Milà, detta La Pedrera (dal catalano Pedrera = cava di pietra), fu costruita tra il 1906 e il 1912 da Antoni Gaudí a Barcellona, in Spagna, al numero 92 del celebre Passeig de Gràcia, nella zona barcellonese dell' Ensanche (in catalano, Eixample), su incarico di Roser Segimon y Pere Milà per il suo imminente matrimonio. Attualmente è di proprietà della Caixa Catalunya, una cassa di risparmio catalana e dal 1984 è stata dichiarata dall'Unesco Patrimonio Mondiale dell'Umanità.
L'edificio è composto da 6 piani, su ognuno dei quali ci sono 8 appartamenti; sono inoltre presenti 2 cortili interni, che garantiscono elevata luminosità a tutti gli appartamenti. La facciata esterna dell'edificio è rivestita di pietra grezza proveniente dal massiccio di El Garraf e di Vilafranca del Penedès; fu proprio questa particolarità che le avvalse l'appellativo de La Pedrera.
Gaudí progettò l'abitazione mantenendo fede all'indirizzo del modernismo, esaltando appieno il suo spirito innovatore. A livello architettonico scelse come elemento fondante la linea curva, chiaramente zoomorfa e richiamante l'immagine delle onde del mare, che trionfa in svariati motivi presenti nella struttura (facciata, interni, mobili). L'intero edificio è quindi privo di linee rette, perfino le piante degli appartamenti e dei cortili interni seguono un disegno curvilineo.
A livello tecnico egli decise fra i primi di utilizzare il cemento armato come elemento base, sul quale poi sovrapporre i materiali di copertura, come azulejos frammentati e la pietra viva. Altro materiale fondamentale per Casa Milà è sicuramente il ferro battuto, utilizzato nelle porte, nei balconi, nel cancello di ingresso e nella struttura stessa dell'abitazione.Altra importante innovazione tecnica fu l'utilizzo del vetro armato che costituisce la pavimentazione trasparente di diversi balconi presenti nella struttura.
Grazie al cemento armato poté permettersi di creare dei corpi fortemente aggettanti che stupirono i contemporanei per l'assenza di piloni atti a reggerli. Anche le pareti interne degli appartamenti sono semplici muri divisori in quanto sono totalmente assenti i muri portanti.Sul soffitto piano, dissimulò i comignoli con splendide sculture dall'aspetto surreale e fantastico.

Attualmente è possibile visitare l'androne, il tetto e un appartamento arredato con mobili d'epoca, in parte progettati dallo stesso Gaudí.
Nel sottotetto è allestito un interessante museo sulle tecniche costruttive di Antoni Gaudí, alcuni degli appartamenti presenti nell'architettura sono di proprietà privata e sono attualmente abitati.
Nel seminterrato invece sono presenti dei negozi e delle strutture di ricezione turistica.

Indirizzo : C. Provença, 261-265, Barcellona
Orario di apertura: tutti i giorni dalle 10h00 alle 19h30
Prezzi : adulti €8.00; allievi €4.50 & anziani (da Unione Europea); gratis fino a 12 anni
Telefono : 93 484 59 00

lunedì 10 novembre 2008

Il Favoloso Mondo Di Amélie..



"L'angoscia del tempo che passa ci fa parlare del tempo che fa"
(dal film)

Il favoloso mondo di Amélie è un film commedia-romantico di produzione franco-tedesca scritto e diretto da Jean-Pierre Jeunet ed interpretato da Audrey Tautou e Mathieu Kassovitz. Il film venne distribuito nelle sale cinematografiche francesi il 25 giugno 2001 e arrivò in quelle italiane il 25 gennaio dell'anno successivo.
A Parigi la giovane Amélie (Audrey Tautou) lavora come cameriera in un caffè di Montmartre, il cafè des Deux Moulins, e vede la propria vita trascorrere serena, tra una visita all'anziano padre e alcuni piacevoli passatempi (la Crème brûlée, far rimbalzare i sassi sul fiume, ecc.) che sostituiscono la mancanza di un fidanzato di cui Amélie fondamentalmente non sente bisogno. Il giorno della morte della principessa Diana Spencer ritrova per caso una scatoletta dietro una piastrella di un muro del suo appartamento. Con grande stupore la apre e vede che contiene dei piccoli ricordi e giocattoli, quindi molto probabilmente si tratta di una scatoletta nascosta decenni prima da un bambino che abitava nel suo appartamento.
Amélie cerca di informarsi presso tutte le persone del vicinato per cercare di scoprire a chi apparteneva la scatola, e dopo lunghe ricerche riesce ad ottenere il nome che le serve: Dominique Bredotou. Amélie rintraccia gli abitanti di Parigi che portano questo nome, ma non riesce a trovare il possessore della scatoletta; quando decide di rinunciare interviene in suo soccorso L'uomo di vetro. L'uomo di vetro è un vicino di casa di Amélie, di professione fa il pittore e si autoattribuisce questo soprannome in quanto per via di una malattia le sue ossa tendono a frantumarsi con una facilità anormale, per questo non esce quasi mai di casa e tutto nella sua casa è imbottito per evitare urti. L'uomo di vetro indirizza Amélie dalla persona giusta, in quanto l'uomo che cerca non è Dominique Bredotou bensì Dominique Bretodou.
Amélie riesce con uno stratagemma a riconsegnare la scatoletta all'uomo senza farsi scoprire, rincontra per caso Dominique in un bar che le racconta cosa gli è accaduto, le racconta inoltre di avere una figlia con cui non parla da anni e un nipote che non ha mai visto, e che dopo gli avvenimenti di oggi si sente talmente felice da provare a ricucire i rapporti. Amélie rimane talmente colpita dalla reazione di gioia che Bretodou ha avuto nel ritrovare la scatoletta della sua infanzia da decidere, dopo una notte insonne, di dedicare il suo tempo a "rimettere a posto le cose" che non vanno nelle vite di chi le sta vicino.
Ad una donna che ha perso il marito in guerra riesce a scrivere una lettera utilizzando pezzi di vecchie lettere scritte dal marito "rimontate" in un collage in modo da sembrare una lettera originale andata perduta per anni, dando l'illusione all'anziana signora che prima di morire il marito abbia disperatamente cercato di mettersi in contatto con lei.
Organizza dei pesanti scherzi ad un crudele fruttivendolo che tormenta costantemente il suo garzone, che grazie ad Amélie riuscirà a farsi apprezzare dai clienti.
Riesce a far innamorare una sua collega rassegnata ad una vita da single e un geloso e ossessivo frequentatore del bar.
Nel frattempo ritrova un album di fototessere di proprietà di Nino (Mathieu Kassovitz
), un commesso di un sexy shop che ha l'hobby di collezionare fototessere buttate per terra dai rispettivi proprietari...

..E' arrivato il momento di guardare il film..


Titolo originale: Le fabuleux destin d'Amélie Poulain-Lingua originale:francese
Paese:Francia/Germania-Anno:2001
Durata:120 min-Colore:colore-Audio:sonoro
Musiche: Yann Tiersen, Le Fabuleux destine d'Amélie Poulain-2001
Genere:commedia, drammatico, romantico
Regia:Jean-Pierre Jeunet

domenica 9 novembre 2008

LA CORNICE E LO SPECCHIO.. Katharina Grosse

La Palazzina dei Giardini come non si era mai vista: trionfo del colore, della sua energia e della sua potenza, in un contenitore architettonico che risulta completamente nuovo, trasformato per mano d’artista in dipinto tridimensionale.Un teatro astratto della sperimentazione, dove ogni dettaglio è trasfigurato dal gesto pittorico.Come nella tradizione della Galleria Civica di Modena anche Katharina Grosse dopo Ugo Rondinone, Yayoi Kusama, Adrian Paci, Katharina Fritsch ed Heimo Zobernig, allestisce qui la sua prima personale in un museo pubblico italiano.
Dalle tele di grandi dimensioni, agli oggetti, come pietre e palloncini, al terriccio, alle pareti, ai soffitti e ai pavimenti: nuovi e vecchi supporti pittorici per Katharina Grosse, di origine tedesca, fra le pittrici dell’ultima generazione che ha ottenuto maggiori riconoscimenti a livello internazionale.Dopo un intenso e lungo lavoro avviato all'inizio di agosto e operato ad hoc dalla Grosse all’interno dell’antica serra ducale, sarà inaugurata venerdì 19 settembre alle 18,00 alla Palazzina dei Giardini in corso Canalgrande a Modena la mostra Un altro uomo che ha fatto sgocciolare il suo pennello. Un titolo ironico che allude sia a una tecnica e a un movimento pittorico specifico, il dripping, i cui protagonisti comprendono nomi noti che vanno da Max Ernst a Jackson Pollock, sia alla pittura come una pratica per lungo tempo di predominanza maschile.
Organizzata e prodotta dalla Galleria Civica di Modena e dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Modena, la mostra è a cura di Milovan Farronato con Angela Vettese e si accompagna alle iniziative del festivalfilosofia, in programma a Modena dal 19 al 21 settembre 2008, dedicato quest’anno al tema della Fantasia. La rassegna è stata realizzata in collaborazione con il Goethe-Institut Mailand.
A Modena saranno presentate tele di grandi dimensioni e una serie di pitture in volume su oggetti diversi, sassi, palloncini, terriccio.Interessata principalmente al "come" della pittura - e cioè al gesto liberato dal limite circoscritto della tela - Grosse compie gesti pittorici senza interruzioni: lavora con un compressore con cui, idealmente, può fare pennellate senza fine, evitando di utilizzare la tela come unico supporto. Costantemente alla ricerca di nuovi materiali, sperimenta così la resa e la potenza del colore e ottiene un’immagine che risulta continuamente in movimento.
All'interno della Palazzina dei Giardini una serie di tele, già dipinte, verranno collocate e lì ridipinte con un nuovo intervento. La pittura continuerà sul muro, sul pavimento, sullo spazio circostante. Poi l’artista staccherà la tela sulla quale ha lavorato e la trasferirà in un altro spazio, lasciando una traccia in negativo del lavoro che in positivo sarà allestito in un’altra sala.Il visitatore, all’interno di un mondo astratto e completamente dipinto, si farà guidare dalle suggestioni cromatiche che troverà nel corso della visita, percorrendo lo spazio espositivo come un continuum: le immagini si rincorreranno lungo le sale della Palazzina così che ciascuno, più che vedere quello che avrà davanti in quel momento, si ricorderà di quello che ha appena visto.
“Katharina Grosse - scrive Milovan Farronato - è un’artista che si appropria dello spazio espositivo, talvolta sottolineandone e altre volte trascendendone la struttura architettonica. La sua è una pittura esplosa che contempla espressioni in volume, che diventa ambiente composito, le cui logiche sono definite in base ai rapporti di scala, a incontri/scontri tra pieni e vuoti, tracce in negativo e in positivo, ma mai lasciate al caso. E' un gesto pittorico emancipato, espressione di una continua sperimentazione in atelier di un costante rendez-vous con il proprio mezzo espressivo”.
Ogni lavoro di Katharina Grosse è site specific e contiene sia un collegamento con quello precedente, che un elemento di anticipazione di quello successivo.“La sua produzione – scrive sempre Farronato – può essere intesa come una saga all’interno della quale ogni tappa è progetto e risultato…E’ come se l’artista inseguisse costantemente il suo lavoro e questo fosse sempre alle sue spalle”.
La mostra, che resterà allestita fino al prossimo 6 gennaio, sarà accompagnata da un catalogo con un ricco repertorio di immagini delle installazioni presentate, e testi critici del curatore Milovan Farronato e della direttrice della Galleria Civica di Modena, Angela Vettese.
Katharina Grosse, Freiburg 1961, vive e lavora tra Düsseldorf e Berlino. Professoressa al Kunsthochschule di Berlino ha esposto nel corso della sua carriera in numerose mostre personali e collettive in Europa e nel mondo.


http://www.galleriacivicadimodena.it/
Galleria Civica di Modena, c.so Canalgrande 103, Modena
tel. +39 059 2032911/2032940 - fax +39 059 2032932
Orari : da martedì a venerdì 10,30-13,00; 15,00-18,00
sabato, domenica e festivi 10,30-18,00
lunedì chiuso
Ingresso: gratuito
ps. ci devo troppo tornare perche non ho visto le palle e l'opera con il terriccio.. ecco!!

sabato 8 novembre 2008

TATE.. in LonDoN!


La Tate Modern è la galleria nazionale di arte moderna internazionale della Gran Bretagna. Ospitata in una centrale elettrica in disuso nel cuore di Londra, la Tate Modern è stata creata nel 2000 e da allora è diventata rinomata in tutto il mondo come centro di arte moderna internazionale.
Per arte moderna si intende l’arte creata a partire dal 1900, e la Tate Modern include le opere d’arte moderne britanniche che contribuiscono alla storia dell’arte moderna, quindi alla Tate Modern e alla Tate Britain troverai i più grandi artisti britannici moderni.
La collezione della Tate Modern include i maggiori movimenti artistici moderni, dal Fauvismo in poi. Include opere di Picasso, Matisse, Dali, Ernst e Mirò. Ospita opere di Pollock, Naum Gabo e Giacometti, e nella Tate Rothko Room trovano posto anche i murali Seagram di Rothko.
È presente anche la Pop Art, con opere di Lichtenstein e Warhol, così come il Minimalismo e l’Arte concettuale.
L’ingresso alla Tate Modern, come in tutti gli altri musei londinesi, è gratis.

http://www.tate.org.uk/modern/
Tel.: 020 7887 8008
Orari di apertura: Domenica – giovedì: 10:00 – 18:00
venerdì e sabato: 10:00-22:00
ultimo ingresso alle mostre 17:15 (venerdì e sabato 21:15)
Chiusa: 24, 25 e 26 dicembre
Questa attrazione è accessibile ed è dotata di strutture per le sedie a rotelle

venerdì 7 novembre 2008

LE 1O4 CENTQUATRE

Volere è potere è un aforisma che calza a pennello per definire Bertrand Delanoë, dinamico sindaco socialista di Parigi, in carica da qualche anno, che, da sempre sensibile all’arte e ai giovani, ha cercato di portare una ventata di nuovo nella gestione economico-politica di una città non sempre facile. Sua è l’idea di Paris-plage, sua la convinzione di trasformare il XIX arrondissement, uno degli ultimi quartieri popolari della capitale, in un cuore pulsante di arte, cultura e musica contemporanea.
Dopo la Villette e il suo ampliamento, la maison de l’architecture, gli spazi per i giovani, senza dimenticare gli spazi verdi, è stato inaugurato, sabato scorso, il 104, un giocattolino da 100milioni di euro, per riconvertire i vecchi edifici delle pompe funebri municipali
era uno di quegli indirizzi che non si pronunciano volentieri, a Parigi. Lì, in un grande edificio chiamato amichevolmente la Fabbrica della morte, si svolgevano i servizi funebri di tutta la capitale francese: un microcosmo dedicato all’estremo saluto in cui convivevano falegnami, carrozze, cavalli, acconciatori, sarti e, inevitabilmente, carri funebri. E così è stato per oltre 100 anni, fin dal 1905.
Da sabato 11 ottobre 2008 invece “i
l 104”, nome che ribadisce ancora una volta l’irrinunciabile piacere che hanno i francesi di abbreviare e creare nomi e vocaboli orecchiabili ed efficaci, diventerà uno dei centri di produzione artistica della città di Parigi. Si presenta come uno spazio unico al mondo di 39 mila metri quadrati a disposizione della creazione e della produzione artistica: la cultura non è così riservata solo agli appassionati o agli esperti ma anche ai passanti e ai curiosi che possono esplorare liberamente il centro. Trenta progetti verranno sviluppati ogni anno, contando sul coinvolgimento di circa 200 artisti. Il 104 accoglierà anche agli artisti in erba del 18° e 19° arrondissement, che potranno contare su spazi e atelier per esporre le proprie opere.
Nella riadattazione attuale, durata due anni, gli archietti Jacques Pajot e Marc Iseppi hanno mantenuto integro l’aspetto del grande complesso industriale, composto da edifici in mattoni e pietra, sovrastati da una gigantesca vetrata, adattandoli alle necessità ed esigenze di un fruitore del XXI secolo. L’imponente complesso di 39.000mq comprende, tra l’altro, sedici ateliers assegnati per concorso e per un tempo determinato (al massimo un anno) a giovani artisti; non solo francesi, che potranno qui risiedere e svolgere la propria attività di ricerca con l’obbligo di aprire i luoghi al pubblico e di organizzare degli incontri. Altri spazi: Halle Aubervilliers/Neuf Curial/Giardino/Scuderie/sale da 200 e 400 posti, sono concepiti, grazie al concetto modulare, per essere affittati ed ospitare seminari, fiere, esposizioni, serate di gala, cocktails, ecc.
Inoltre una serie di servizi come la Maison des petits, uno spazio riservato ai piccoli da 0 a 5 anni, un vero e proprio luogo d’incontro, ricreazione e creatività per l’arte e il gioco; Le Cinq, uno spazio di più di 5000mq per le pratiche artistiche amatoriali; la Pépinière, uno pazio per le giovani imprese, senza dimenticare il ristorante, il caffé, i negozi e la libreria, sono rivolti prevalentemente, ma non esclusivamente, al pubblico di quartiere.

Il 104 (104,rue d’Aubervilliers e 5, rue Curial – 75019 Parigi)
aperto tutti i giorni dalle 11.00 alle 20.00
il venerdi’ e sabato fino alle 22.00

lunedì 3 novembre 2008

Ready- made

Il termine ready-made (traducibile come "instantaneo", "detto-fatto"...) è utilizzato per descrivere un'opera d'arte ottenuta da oggetti per lo più appartenenti alla realtà quotidiana, lontani dal sentimentalismo e dall'affezione, che possono essere modificati (in questo caso si parla di ready-made rettificato) o meno.
L'inventore del ready-made fu il dadaista Marcel Duchamp nei primi decenni del Novecento ed ancora oggi è una pratica molto usata (nelle sue varie evoluzioni) nell'arte contemporanea.
Il ready-made dunque è un comune manufatto di uso quotidiano (un attaccapanni, uno scolabottiglie, un orinatoio, ecc.) che assurge ad opera d'arte una volta prelevato dall'artista e posto così com'è in una situazione diversa da quella di utilizzo, che gli sarebbe propria (in questo caso un museo o una galleria d'arte). Il valore aggiunto dell'artista è l'operazione di scelta, o anche di individuazione casuale dell'oggetto, di acquisizione e di isolamento dell'oggetto.
Ciò che a quel punto rende l'oggetto comune e triviale (si pensi alla latrina capovolta che Duchamp intitolerà "Fontana") un'opera d'arte, è il riconoscimento da parte del pubblico del ruolo dell'artista. L'idea di conferire dignità ad oggetti comuni fu inizialmente un forte colpo nei confronti della distinzione tradizionale, comunemente accettata e radicata, tra ciò che poteva definirsi arte e ciò che non lo era. Nonostante ai nostri tempi questa pratica sia ampiamente accettata dalla comunità artistica, continua a destare l'ostilità dei media e del pubblico.

sabato 20 settembre 2008

lunedì 14 luglio 2008

UN TE' CON MUSSOLINI..

Firenze 1934: il piccolo Luca Innocenti, orfano di madre e figlio naturale d'un mercante di tessuti che si è sempre rifiutato di riconoscerlo, viene "adottato" e cresciuto da Mary Wallace, un'anziana signora facente parte della comunità fiorentina delle gentildonne inglesi.Indiscussa leader della cerchia di amiche, soprannominate "le scorpione" per il loro mordace umorismo e la tendenza alla critica impietosa, è Lady Hester Random, vedova dell'Ambasciatore Inglese in Italia, simpatizzante del fascismo e di Mussolini.Stabilitesi a Firenze per amore della città e dei suoi tesori artistici, aduse ad un'esistenza serena scandita dal rito del tè da Doney, si trovano a dover improvvisamente affrontare una realtà ostile nel momento in cui l'Italia scende in guerra a fianco della Germania hitleriana; rinchiuse a San Gimignano, le gentildonne resistono tuttavia sino alla Liberazione ed all'arrivo delle truppe angloamericane, conservando intatto l'antico spirito combattivo...Nel mettere in scena la sua autobiografia, apparsa dieci anni orsono, Franco Zeffirelli ha avuto un'eccellente idea: invece di soffermarsi sulle proprie vicissitudini di figlio illegittimo, si è limitato a lasciare il personaggio di Luca ai margini ed a tratteggiarlo sveltamente nel suo passaggio dall'infanzia all'adolescenza e dipoi alle soglie della maturità, preferendo concentrarsi sulla storia di un gruppo di attempate signore unite dall'amicizia e dalla fedeltà a determinati valori.La Firenze anni '30, sospesa nella sua miracolosa bellezza turbata solo dagli eventi della storia, rivive credibilmente grazie anche all'eccellenza dei contributi tecnici: su tutti, i costumi di Jenny Beavan - premiata con l'Oscar nel 1986 per "Camera con vista" di James Ivory - e la fotografia di David Watkin.Ma il vero atout della pellicola è il cast: capitanato da una formidabile Maggie Smith, perfetta nei panni della impettita ed arcigna Lady Hester, esso si rivela formidabile al servizio di una pellicola così volutamente fuori moda, così gradevolmente priva d'ogni volgarità da suscitare naturale simpatia nello spettatore.

lunedì 7 luglio 2008

DA NON PERDERE!!!

Due esposizioni di arte contemporanea in città, assolutamente da non perdere!!!


In Our World. New Photograpy in Britain



Palazzo Santa Margherita, corso Canalgrande 103, Modena
fino al 13 luglio 2008
Orari: da martedì a domenica 10,30-13,00; 16,00-19,30
lunedì chiuso

Ingresso gratuito




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Mostra di Heimo Zobernig
Palazzina dei Giardini, corso Canalgrande, Modena
fino al 20 luglio 2008
Orari: da martedì a domenica 17,00-22,00 lunedì chiuso



Ingresso gratuito

Io e la Robby non mancheremo... vero??

lunedì 12 maggio 2008

UN TOCCO D'ACQUA E..

poco tempo fa ho fatto un corso di acquerello..



non sono venuti male.. no???
peccato che il piu bello se lo sia tenuto il prof.. ma adesso lo fotografo e lo metto sul blog!!
voglio un vostro parere..

giovedì 1 maggio 2008

ARTE A CUBA

Flora Fong: Il Sensuale del Tropico


Figlia di un cinese e di una cubana, Flora Fong è ritenuta una delle più note pittrici contemporanee di Cuba, per il suo modo di plasmare nella tela o sul cartoncino paesaggi autoctoni, nei quali sporge la sensualità tropicale e la fermezza asiatica.
Diplomata della Scuola Nazionale d'Arte nel 1970, modellò il proprio stile sino a trovare un linguaggio che l'identifica, con un lirismo che sboccia dalle palme, le piantagioni di banane, dal vento e dalla natura, espressi con inusitata forza e con la presenza dell'ideografico.
Secondo lei stessa, a partire dalla calligrafia cinese rinnovò la freschezza delle linee e l'equilibrio nella composizione delle sue opere, e le parole vento, pioggia o bosco si trasformarono in uragani, sierra e natura viva americana.
I suoi pennelli trasmettono una ricca varietà cromatica, caratterizzata all'inizio della sua carriera artistica dal colore bianco per la sua luminosità, per dopo dare il passo alla preferenza per le tonalità gialle e blu.
Questa donna di sottile sensibilità e di sguardo diligente che accenna la sua eredità asiatica, ha esposto in importanti gallerie d'Europa, America Latina, Asia, Africa e degli Stati Uniti, dove ha ricevuto lodevoli parole dai critici d'arte.
Riconosce che nel dipingere esprime quello che sente e questo modo di creare lo trasmetteva ai suoi alunni della Scuola San Alejandro, nella quale fu insegnante dal 1970 al 1989. Per lei, come spiegava ai suoi allievi, è valido nutrirsi degli approdi della storia dell'arte, e che ciò sia "mezzo" per manifestare quello che batte dentro ognuno di noi.
Tra le serie più rappresentative di Flora Fong ci sono "Remolinos y ciclones", "Trópico", "El Caribe", "Las Antillas" e "Bahía", tutte illustrative della luce, il clima, la vegetazione e l'ambiente cubano e regionale.
Importanti musei di Cina, Francia, Svizzera, Corea del Sud, Canada e Spagna possiedono le sue opere, che sono parte anche di numerose collezioni private in diversi paesi.
Quest'artista che confessa di non riuscire a vivere fuori da Cuba, essenziale fonte d'ispirazione, fu insignita dell'Ordine per la Cultura Nazionale nel 1988 e della Distinzione "23 de Agosto", della Federazione di Donna Cubane nel 1989.
Flora Fong ha creato con equilibrio e armonia, opere scultoriche, ceramiche, vetrate e disegni di tessuti. È conosciuta anche per la confezione di artistici aquiloni utilizzando la tecnica orientale. Emozioni e rimembranze vengono ricreate con una carica di virtuosismo in ognuna delle opere che nascono delle mani di quest'artista, sensuale e tenace.


Potete visitare questo sito: http://www.lovelycuba.com/ dove si parla in generale di Cuba e ci sono altri artisti cubani molto carini!!

mercoledì 30 aprile 2008

ANDY WARHOL

Andy Warhol (Andrew Warhola:questo il suo vero nome), artista statunitense, nato in Pennsylvania nel 1928, da genitori cecoslovacchi immigrati, figura fondamentale della Pop Art, corrente artistica che si è affermata in tutto il mondo a partire dagli anni '60.
Warhol fu un artista poliedrico: realizzò opere pittoriche, ma anche sculture, film, grafica e pubblicità. Realizzò le proprie opere utilizzando tecniche di riproduzione seriale come fotografia e serigrafia e scelse come soggetti prodotti di largo consumo (Coca Cola, Zuppa Campbell, Brillo Box, Absolut Vodka), personaggi famosi (Marilyn Monroe, Liz Taylor, Elvis Presley, Mao, Jaqueline Kennedy), scene drammatiche (incidenti stradali, sedie elettriche, ritratti di condannati a morte, pistole, teschi) rappresentati con forme stilizzate e cromatismi accentuati e contrastanti. Morto a New York nell'87
.


CI STO PRENDENDO GUSTO A POSTARE QUI!

martedì 29 aprile 2008

VAN GOGH E L'ARTE OLANDESE.. OGGI..

Van Gogh

Il pittore olandese più conosciuto per i suoi olii dalla forte traccia materica e più vicino alla nostra epoca, è senza dubbio Vincent Willem Van Gogh (Groot-Zundert, 30 marzo 1853 - Auvers-sur-Oise, 29 luglio 1890), uno degli artisti più grandi e tormentati del secolo scorso.Disegnatore di straordinaria maestria tecnica oltre che di raffinata sensibilità e una eccezionale abilità grafica, geniale e al tempo stesso incompreso, produsse tantissimi quadri che divennero famosi solo dopo la sua morte. Realizzati nel tempo oltre mille disegni nelle tecniche più varie, matita, carboncino, acquerello, gesso, le sue opere sono caratterizzati da luminosi colori carichi di vitalità e rivestono particolare importanza anche per la versione luministica, frutto di una raffinata ricerca segnica.Molte delle sue opere, disegni, ritratti, paesaggi, nature morte, si trovano al Museo a lui dedicato di Amsterdam .

L'atteggiamento che lo porta al doloroso confronto con una realtà che lo rifiuta e che egli stesso rifiuta, lo condusse in estrema esasperazione al suicidio. Ricoverato più volte in manicomio, dove continuò a dipingere quadri allucinati ed ossessivi, si uccise infatti con un colpo di pistola.La sua è un' arte illuminante e dei sentimenti umani, il tragico addio ad una vita tormentata dall'angoscia e dalla follia ed ai pochi affetti umani che la attraversarono, soprattutto quello dell'amato fratello Theo che lo assiste nel trapasso e che si suiciderà anch'egli sei mesi dopo.

L'Arte Olandese oggi

L'Olanda un Paese dove l'arte del passato e contemporanea, nazionale e internazionale, grazie ad un'apertura verso ogni gruppo d'interesse e relazione umana, trova la sua massima libertà di espressione e azione. Il perchè e i grandi eventi organizzati nel passato.
L'
Olanda è una Paese che ha origini artistiche fortemente radicate nel passato, quando già dal XIV° Secolo, l'arte pittorica olandese era mischiata a quella fiamminga.Oggi, l'Olanda legata ad una tradizione culturalmente democratica, risultato di un'intensa organizzazione sociale che abbraccia ogni aspetto statale, gruppo d'interesse, relazione umana, è cosi' tanto aperto alle influenze esterne da appoggiare innumerevoli progetti culturali, siano essi nazionali o internazionali.Grazie ai contributi milionari, donati dalle più grandi aziende, (sembra che 80 milioni di euro vengono spesi ogni anno a fini artistici), i Paesi Bassi, rappresentano una straordinaria piattaforma socio-culturale per le arti e può ritenersi un eccezionale investitore e promotore di calibro internazionale.Risultati concreti di questi investimenti, ad esempio, sono stati nel passato la fondazione "Manifesta 5", con sede ad Amsterdam, una biennale per l'arte contemporanea organizzata con il proposito di dar voce a nuove metodologie di lavoro nel mondo dell'arte e di facilitare il dialogo tra regioni opposte. Esposizione che è avvenuta in collaborazione con il governo dei Paesi Baschi e alla quale molti degli artisti, galleristi ed istituzioni indipendenti hanno risposto con grande entusiasmo e coinvolgimento. Amsterdam è sinonimo di musei e gallerie d'arte di grande qualità come il Rijksmuseun (con la sua collezione di pittura fiamminga del 16º secolo che annovera pezzi di Rembrandt, Vermeer, Franz Hals e Breitner), il Museo d'Arte Moderna Stedelijk o il Museo Van Gogh.Proprio per questa è sempre stata sede di eventi artistici importanti, come la mostra "I capolavori di Van Gogh". Infatti, grazie alla collaborazione di collezionisti di tutto il mondo pubblici e privati e del Metropolitan Museum di New York, da Luglio al 18 settembre 2005, presso il Museo Van Gogh si è tenuta, per la prima volta, in un’ unica presentazione, accuratamente selezionata la vasta produzione dell'artista, oltre 100 disegni, ritratti, paesaggi, nature morte.




Tutto questo per consigliarvi di andare al più presto ad Amsterdam.. la città è situata a 3 metri sopra il livello del mare e si presenta come 1 insieme di isole e canali. Dicono che non riuscirà a rimanere a galla più di 200 anni.. :(

Il principale mezzo di locomozione è la bicicletta e vi assicuro che è fantastico noleggiarsi 1 bici e girarsi tutta la città.. in 1 giorno con un pò di impegno la si è già visitata tutta! Ed è troppo caratteristica con queste casette davvero stupende, dalle vetrate enormi. E' molto bello anche vedere le House Boat ( le case barca sui canali ) che sono stimate in un numero non inferiore a 5.000. Completano lo scenario, i 40 Teatri, 43 Cinema, centinaia di Gallerie, 24 Musei di capolavori della scuola olandese come quelli di Van Gogh. La casa di Anna Frank, assolutamente da visitare perchè ti trasmette emozioni fortissime e.. ultimo ma non ultimo in ordine di importanza il fantastico NEMO a forma di imponente nave che sbuca dall'acqua, ospita il più grande e futuristico museo di Scienza e Tecnologia d’Olanda.

L' amore per la donna e l'arte...ecco a cosa porta.

Ehilààà....è arrivato il mio turno!! Finalmente trovo un pò di tempo per presentarvi un artista che mi piace un sacco, spero possa essere anche di vostro gradimento!!!! O___o

Vi voglio presentare una persona un po’ stravagante ma originale nel suo lavoro.
Un uomo che ha unito le sue due più grandi passioni, l’amore per la falegnameria e per la donna, ed è riuscito a creare delle vere e proprie opere d’ arte.

Mario Philippona ha iniziato la sua carriera ad Amsterdam come falegname, lavorando in seguito a New York e San Frncisco, progettando cucine. Ha studiato al "San Francisco Institute of Architecture" e presso l' "Institute for Architectural Arts Development" a Maassluis, Olanda.La sua principale fonte di ispirazione è il corpo femminile con le sue forme sensuali. Utilizza legno del suo paese seguendo principi dell’ architettura organica e ecologica, con questi è riuscito a realizzare mobili sexy, oggettistica dal design sensuale che riproduce fedelmente le curve femminili.

Una delle sue creazioni erotiche è il tavolo triangolare, che appoggia in ogni suo angolo su sinuose gambe femminili incrociate, dove il busto si protende avanti fondendosi col piano del tavolo.







Un modo elegante e raffinato per servire una pregiata bottiglia di vino....






Il portafrutta....










E che ne direste di far sedere i vostri ospiti per sorseggiare un buon vino su questa sedia originale???

sabato 19 aprile 2008

A PROPOSITO DI TAMARA...

L'intervento della Robby su Tamara de Lempicka mi fornisce l'occasione per pubblicare la mia prima opera, a lei liberamente ispirata....
Ditemi cosa ne pensate!!!

LA7..

Chi è quel genio che ha inventato questa pubblicità???

venerdì 18 aprile 2008

TAMARA DE LEMPICKA..

Tamara de Lempicka , vero nome Tamara Rosalia Gurwik- Górska (Varsavia, 16 maggio 1898 – Cuernavaca, 18 marzo 1980) è stata una pittrice polacca appartenente alla corrente dell'Art Déco.
Nel 1907 compì il suo primo viaggio in Italia assieme alla nonna nel corso del quale, dopo aver visitato le città d'arte italiane ed essersi spostate in Francia, Tamara avrebbe imparato alcuni rudimenti di pittura da un francese di Mentone. La sua formazione scolastica, seguita dalla nonna Clementine, va posta tra una scuola di Losanna (Villa Claire) in Svizzera e un prestigioso collegio Polacco di Rydzyna. L'anno successivo, alla morte della nonna, si trasferisce a San Pietroburgo in casa di una zia, dove conobbe l'avvocato Tadeusz Łempicki, che sposò nel 1916. Durante la rivo
luzione russa, suo marito venne arrestato dai bolscevichi, ma venne liberato grazie agli sforzi e alle conoscenze della giovane moglie.
Considerata la situazione politica in Russia, i Łempicki decisero di trasferirsi a Parigi, dove nacque la figlia Kizette nel 1920. Tamara iniziò a studiare pittura alla Académie de la Grande Chaumiere e alla Académie Ranson con maestri come Maurice Denis e André Lhote. Qui affinò il suo stile personale, fortemente influenzato delle istanze artistiche dell'Art Déco, ma al contempo assai originale. Nel 1922 espone al Salon d'Automne, la sua prima mostra in assoluto. In breve tempo divenne famosa come ritrattista col nome di Tamara de Lempicka. Nel 1928 divorziò dal marito.
Fu anche ospite di Gabriele D'Annunzio al Vittoriale, rifiutando i suoi continui tentativi di seduzione. La Lempicka era apertamente bisessuale.
All'inizio della seconda guerra mondiale si trasferì a Beverly Hills in California con il secondo marito, il barone Raoul Kuffner, che aveva sposato nel 1933. Nel 1943 si spostarono nuovamente, questa volta a New York, dove la pittrice continuò l
a sua attività artistica.
Dopo la morte del barone Kuffner nel 1962, la de Lempicka andò a vivere a Houston in Texas, dove sviluppò una nuova tecnica pittorica consistente nell'utilizzo della spatola al posto del pennello. Le sue nuove opere, vicine all'arte astratta, vennero accolte freddamente dalla critica, tanto che la pittrice giurò di non esporre più i suoi lavori in pubblico.
Nel 1978 si trasferì a Cuevernaca in Messico. Morì nel sonno il 18 marzo 1980. Come da sua volontà, il suo corpo venne cremato, e le ceneri vennero sparse dall'amico, Conte Giovanni Agusta, sul vulcano Popocatepetl.

www.tamaradelempicka.it
http://www.geocities.com/lempichka
libri: Tamara de Lempicka/ed: Skira/ Collana: Arte Moderna/ anno: 2006/ pag: 208/ prezzo: 40,00 euro
Tamara de Lempicka e Gabriele D'Annuzio. Nel diario di Aélis Mazoyer/ ed: Es/ anno: 2006/ pagine: 128/ prezzo: 17,00 euro
Tamara de Lempicka/ed: Giunti/ Collana: Illustrati/ anno: 1999/ pagine: 288/ prezzo: 28,00 euro
Tamara de Lempicka/ ed: Giunti/ Collana: Art Dossier/ anno:1994/ pagine: 50/ prezzo: 4,50 euro

lunedì 14 aprile 2008

PIERO MANZONI..(lo zio)

Piero Manzoni (Soncino, 13 luglio 1933 – Milano, 6 febbraio 1963) è stato un artista italiano attivo nel panorama artistico nazionale ed europeo.

Intrapende il suo viaggio d'artista presso l'Accademia di Brera di Milano.

La sua famiglia frequenta Lucio Fontana, fondatore dello spazialismo, reso celebre dai suoi buchi e tagli sulla tela. I suoi primi lavori sono paesaggi e ritratti di stampo tradizionale, dipinti servendosi di colori ad olio. Nel 1955 inizia a produrre dipinti con impronte di oggetti banali (chiodi, forbici, tenaglie ecc.), trattando la superficie della tela come campo di ricezione della realtà.È inoltre cofirmatario del Manifesto contro lo stile con il Gruppo Nucleare.Nel 1958 mette a punto le "tavole di accertamento" e gli "Achromes" (in francese: incolore). Questi ultimi si presentano come tele o altre superfici ricoperte di gesso grezzo, caolino, su quadrati di tessuto, feltro, fibra di cotone, peluche o altri materiali.Nel 1959 abbandona definitivamente il gruppo dei Nucleari.Sempre nel 1959, entra in contatto con il Gruppo Zero di Düsseldorf e, oltre a portare avanti la ricerca sugli "Achrome", inizia a creare oggetti concettuali come le "Linee" e progetta di firmare corpi viventi come opere d'arte, rilasciando certificati di autenticità (saranno poi intitolate "Sculture viventi" e tra le 71 che firmerà fino al 1961 compariranno anche Umberto Eco, Marcel Broodthaers e Mario Schifano). Produce 45 "corpi d'aria": banalissimi palloncini riempiti d'aria che poi diverranno "fiato d'artista".
Espone alla galleria Il pozzetto di Albissola alcune "Linee", di varie lunghezze, alcune aperte, altre chiuse in scatole cilindriche nere con etichette arancioni e dicitura che riporta lunghezza, mese e anno di creazione, nonché certificati d'autenticità.Sul finire del 1959 apre il centro espositivo Azimuth; che diventerà tra gli spazi di produzione artistica più significativi nell'ambito delle ricerche anti-informali. Qui, nel 1960 espone insieme a Klein, Mack e Castellani in una mostra intitolata La nuova concezione artistica ed esce il secondo numero della rivista Azimuth su cui pubblica il testo Libera dimensione, nel quale teorizza la concezione di spazio totale.

Il suo stile diviene sempre più radicale. Oltrepassa la superficie della tela e propone nuove opere sempre più provocatorie: realizza Scultura nello spazio; una sfera pneumatica di 80 cm di diametro, in sospensione su un getto d'acqua. Torna a produrre "corpi d'aria" che divengono Fiato d'artista; palloncini da lui gonfiati, sigillati e fissati su una base di legno. Continua a produrre "Linee", e il 4 luglio 1960 in Danimarca, grazie al mecenatismo di Aage Damgaard, crea la sua linea più lunga. (7200 metri) che sigilla in un cilindro di metallo cromato e seppellisce perché possa essere dissotterata per caso in futuro.
Il
21 luglio 1960 presenta al centro espositivo Azimut una delle sue performance più famose: la Consumazione dell'arte dinamica del pubblico divorare l'arte. Sull'invito:
Siete invitati il 21 luglio alle 19, a visitare e collaborare direttamente alla consumazione dei lavori di Piero Manzoni.
L'artista firma con l'impronta del pollice alcune uova sode (bollite all'inizio della mostra) che vengono distribuite al pubblico e mangiate sul posto. Continua a lavorare agli "Achrome", che realizza servendosi dei materiali più disparati, e progetta la Base magica: un piedistallo firmato dall'artista che eleva al ruolo di opera d'arte ogni persona disposta a salirvici sopra. Espone con Castellani alla galleria La Tartaruga di Roma dove presenta altri "Achrome" e "sculture viventi" che firma in diretta. Ogni scultura è corredata da un documento di autenticità e da un francobollo colorato indicante la sua durata (simile al concetto di scadenza merceologica). Il 24 aprile, in occasione di una serata con Angeli, firma la sua scarpa destra e la dichiara opera d'arte, facendo lo stesso con una scarpa di Schifano. In maggio inscatola e mette in vendita 90 "Merde d'artista" da 30 gr. al prezzo di altrettanti grammi d'oro ciascuna. Realizza la seconda "Base magica" e la "Base del mondo"; un parallelepipedo in ferro (90 x 100 cm) installato nel parco della fabbrica Herning capovolto al suolo per eleggere il mondo ad opera d'arte. Continua a lavorare sugli "Achrome" e nel 1962 espone con il gruppo Zero allo Stedelijk Museum di Amsterdam. Muore per infarto nel suo studio di Milano il 6 febbraio 1963.


libri:Piero Manzoni/ed:Bollati Boringhieri / Collana:Nuova cultura/ anno: 2007/ pag: 201/ prezzo: 20,00 euro
Piero Manzoni/ed: Mondadori illustrati - Electa/ Collana: cataloghi di mostre/ anno:2007/ pag:394/ prezzo: 50,00

PIPPA BACCA..(la nipote)


Viaggiare in autostop, fa sì che uno straniero si metta nelle mani di altri viaggiatori, ma ancora più spesso dei locali o di chi dello spostamento ha fatto il suo mestiere. La scelta del viaggio in autostop è una scelta di fiducia negli altri esseri umani, e l’uomo, come un piccolo dio premia chi ha fede in lui.

sabato 12 aprile 2008

GIOVANNI ALLEVI..

mentre facevamo due chiacchere in camera sua, mette su un cd che regalò al papy per la fasta del papà.. cominciavo a riconoscere qualche nota di una canzone già sentita ma non riuscivo a capire quale e dove.. poi con il ritornello mi illuminai..

http://www.youtube.com/watch?v=fdJAVFWdrwE
http://www.youtube.com/watch?v=seJmEb0fcBA&feature=related
http://www.youtube.com/watch?v=Iuw-daWvtqU&feature=related

martedì 8 aprile 2008

ENTRA CON MILLA NEL PRATO DI ALICE..

qui si parla di arte e non mi è venuto subito in mente di postare il mio debutto d'artisa alla cow parade di milano 2007.. che testa!
allora..l'anno scorso, più o meno in questo periodo veniva inaugurata la COW PARADE MILANO 2007 dove io ho partecipato realizzando la mucca di Alice, uno degli sponsor dell'evento..
ho trovato il concorso sul portale di Alice ho inviato il bozzetto e con mia somma felicità mi hanno ricontattato per andare a milano per realizzarla e così, insieme alla Pellina siamo partite! il primo giorno eravamo solo io e lei, il secondo giorno ci hanno raggiunto anche l'ale e berto e il terzo giorno, dopo esser tornata a casina, sono tornata a milano con francy e siamo stati li due giorni. totale: quattro giorni per fare la mia mucchina.. se qualcuno della stalla (laboratorio dove davamo bita alle mucce) mi avesse dato una mano l'avrei anche finita in quei quattro giorni e invece l'ho dovuta abbandonare a metà perche non potevo più saltare la scuola e perche nessuno tornava su con me.. :(
due mesi dopo l'inaugurazione sono andata con mamy e papy a vedere la mia mucchina finita.. me l'hanno messa in piazza san Babila!!! che fico!! peccato che me l'hanno tutta rovinata quando c'è stato il derby milano-inter.. uff!! beh, la mia almeno l'hanno solo rovinata, altre sono state bruciate o distrutte.. nel male mi è anche andata bene!!
beh.. l'esperienza è stata sicuramente bellissima anche perche è stata fatta con le persono giuste.. :D
home page cow parade milano 2007..